La poesia di Bruno Marinelli come un fiume sottile attraversa i confini e lambisce i territori inesplorati del divino offrendo nella difficile condizione di assenza-presenza di colui che si ama il profilo di uno spazio mediano di un “frammezzo” tra l’uomo e Dio quale dimensione reale d’incontro. “Chiedimi di te” è preghiera autentica segno di perfetta unità e profondo silenzio interiore senza clamori ma con la delicatezza e l’umiltà di uno spirito puro che di fronte a Cristo sa dire: “Abbasso gli occhi come a voler nascondere quello che non so darti. La tua presenza duole e pesa per non essere ancora tu quello che l’altro aspetta. Quando smetterò di viverti a distanza ti abiterò dentro anch’io; allora non avrò vergogna ad alzare gli occhi e l’altro ti riconoscerà”.
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