IL DETECTIVE DAVEPORT

<p><strong>2024.</strong> Al museo dell'orologeria l'aria sa di <strong>cera</strong> e <strong>vetro calpestato</strong>. Nella <strong>teca centrale</strong> il <strong>Tempus Fugit 1888</strong> brilla intatto-<strong>manca solo la chiave di carica</strong>. A pochi passi <strong>Ashford</strong> collezionista dal portafogli rumoroso e dai nemici silenziosi <strong>non si rialzerà</strong>.</p><p><strong>Davenport</strong> osserva più che parlare; <strong>Turner</strong> annota ciò che gli altri scordano. <strong>Allarmi attivi</strong> <strong>ingressi scaglionati</strong> <strong>frammenti a raggiera</strong> un itinerario che sembra impulso più che fuga: l'indizio non è dove guardano tutti ma <strong>dove la logica si innesta</strong>.</p><p>Tra rivalità d'asta alibi lucidati come metallo e deduzioni che scattano <strong>al clic di una molla</strong> <strong>Tempus Fugit 1888 - L'orologio scomparso</strong> è un <strong>giallo ad enigma</strong> che unisce precisione meccanica e <strong>ironia sottile</strong>.</p><p><strong>Il tempo si carica. La verità pure.</strong></p>