Il Regio Decreto Legge del 30 dicembre 1923 n. 3201 rappresenta un importante passo nella storia delle infrastrutture ferroviarie italiane in particolare per quanto riguarda le nuove province annesse al Regno d'Italia dopo la Prima Guerra Mondiale. Questo decreto sancisce l'approvazione delle diffide per il riscatto delle ferrovie delle linee Gorizia-Aidussina e Trieste-Parenzo precedentemente concesse all'industria privata sotto l'impero austro-ungarico. Il decreto si basa su una serie di atti legislativi e decreti precedenti tra cui il testo unico delle leggi sulle ferrovie del 1912 e i decreti del 1920 che estendevano le normative ferroviarie italiane ai nuovi territori. Il documento sottolinea l'importanza strategica di queste linee ferroviarie per l'integrazione economica e territoriale delle nuove province. L'articolo 1 del decreto approva la diffida per il riscatto della ferrovia Gorizia-Aidussina mentre l'articolo 2 si concentra sulla linea Trieste-Parenzo. L'articolo 3 conferisce al Governo del Re la facoltà di procedere con i riscatti con l'obbligo di presentare il decreto al Parlamento per la conversione in legge. Il decreto è firmato da Vittorio Emanuele III e dai ministri Mussolini Carnazza e De' Stefani e viene registrato alla Corte dei conti. Questo atto legislativo non solo rappresenta un momento cruciale nella storia delle ferrovie italiane ma riflette anche le dinamiche politiche e territoriali dell'epoca post-bellica.
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