La Patria lontana di Enrico Corradini è un romanzo che esplora le tematiche dell'identità nazionale e dell'emigrazione attraverso il viaggio di Piero Buondelmonti e del professor Jacopo Axerio verso l'America del Sud. La narrazione si apre a bordo dell'Atlantide dove i protagonisti si confrontano con altri passeggeri tra cui emigranti italiani e brasiliani discutendo di patriottismo e appartenenza. Buondelmonti un giovane scrittore con una forte coscienza nazionale si trova spesso in disaccordo con Axerio un professore di medicina che rappresenta una visione più cosmopolita e scientifica del mondo. Durante il viaggio Buondelmonti sviluppa un legame speciale con Giovanna la moglie di Axerio che lo invita a seguirli a Rio de Janeiro suggerendo un'intesa che va oltre l'amicizia. Una volta giunti a Rio i protagonisti vengono accolti con entusiasmo dalla comunità italiana e dalle autorità brasiliane. Il romanzo descrive le interazioni tra gli italiani emigrati e i brasiliani mettendo in luce le differenze culturali e le sfide dell'integrazione. Buondelmonti pur essendo critico nei confronti della borghesia italiana trova un terreno comune con alcuni socialisti condividendo la frustrazione per la mancanza di una politica nazionale forte. La narrazione si sviluppa attraverso dialoghi vivaci e riflessioni personali offrendo uno spaccato delle tensioni politiche e sociali dell'epoca. Corradini utilizza il viaggio come metafora per esplorare il concetto di patria e identità interrogandosi su cosa significhi essere italiani in un contesto globale. Il romanzo si conclude con un senso di speranza e determinazione suggerendo che l'identità nazionale può essere una forza unificante in un mondo in continua evoluzione.
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