<p><strong>PREFAZIONE</strong></p><p>&nbsp;</p><p>Sullo schema intricato del giallo abbiamo voluto intessere una semiotica dell&rsquo;arte nei processi della molteplicit&agrave; delle immagini siano essi segni visivi che segni puramente concettuali appartenenti alla logica emblematica della performance; dunque &ldquo;qualcosa che rinvia a qualcos&rsquo;altro&rdquo; in una corrispondenza di un fenomeno di significazione. Nelle ardite creazioni del&nbsp;<em>Conte Nani&nbsp;</em>la realt&agrave; &egrave; sempre lo specchio di un &ldquo;non vissuto di un non visto e persino di un non esistente&rdquo; il visibilmente presente che include tuttavia il visibilmente assente controvertendo ogni principio nel suo esatto opposto. Se ne generano segni che rimandano ad altri segni conosciuti o ipotizzabili che siano ma pur sempre in un costante processo di re-identificazione degli opposti. Ci&ograve; che in arte sancisce l&rsquo;esemplarit&agrave; di una visione atta a stravedere e superare la realt&agrave; stessa si manifesta nel romanzo come perdita della centralit&agrave; del vissuto in cui i personaggi sin dall&rsquo;inizio non sanno pi&ugrave; distinguere i significati contestuali degli eventi smarrendo la capacit&agrave; di riconoscere la realt&agrave; dalla finzione precipitando pian piano nell&rsquo;assurdit&agrave; di un ribaltamento percettivo ove la stessa realt&agrave; si manifesta come finzione e la finzione diviene realt&agrave;.&nbsp;</p><p>La Rosa dell&rsquo;Est si rende portatrice di un significato emblematico che rende le cose come sospese nell&rsquo;equivoco. Vale a dire che ogni&nbsp;avvenimento facente parte della realt&agrave; nello stesso tempo si contraddice&nbsp;ed ogni cosa che al lettore appare certa si rivela poi inaspettatamente non vera.&nbsp;I personaggi del romanzo sono vittima di questo incantesimo del dubbio del sospetto dell&rsquo;inaspettato e ci&ograve; che sta succedendo potrebbe quindi rivelarsi per assurdo il contrario di ci&ograve; che accade trasformando una realt&agrave; certa in un inganno spiazzante quanto minaccioso.</p><p>Tutta la storia che si narra nel romanzo &egrave; di pura fantasia gli eventi descritti non sono mai avvenuti; tuttavia rispecchia perfettamente quel clima intellettuale di passionalit&agrave; artistiche e di evocazioni che realmente abbiamo vissuto assieme al Conte Nani. Il romanzo si svolge infatti a Pesaro nel suo magnifico Alexander Museum Palace Hotel e lo stesso conte Nani &egrave; il personaggio centrale di tutto il giallo. Frequentando pi&ugrave; volte lui e tutta la &ldquo;corte&rdquo; dell&rsquo;Alexander sin dai primi tempi abbiamo pensato di scrivere un romanzo inspirandoci alle tante vicissitudini vissute con lui: gli incontri gli artisti conosciuti i giorni di lavoro frenetico per la realizzazione della nostra stanza la 208; e ancora: le amicizie che abbiamo stretto gli splendidi ambienti le persone importanti che frequentavano e che frequentano ancora l&rsquo;Hotel Alexander le rocambolesche trovate geniali dello stesso Nani il suo brio la sua autoironia il suo modo di affascinarci e di sorprenderci le assurde circostanze che andavano a crearsi quel mondo di libert&agrave; creativa e di elegante trasgressione di attesa di mistero di cene e pranzi illuminati da atmosfere quasi irreali quanto raffinate tutto questo e ben altro ci hanno suggerito di farne cornice per un romanzo. Una storia alquanto intricata intessuta di contraddizioni surreali una narrazione dalle tinte del giallo noir che conduce il lettore a profonde riflessioni ideologiche e contestuali persino concettuali o patafisiche del complesso e spesso contraddittorio mondo dell&rsquo;arte contemporanea.</p><p><strong><em>Alfonso e Nicola Vaccari</em></strong></p>
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