Nel testo V. Al pittore Floriano Pietrocola tratto da Ricordanze della mia vita - Parte seconda di Luigi Settembrini l'autore esprime la sua profonda gratitudine al pittore Floriano Pietrocola per il ritratto della moglie. Settembrini riconosce che sebbene il ritratto possa non somigliare perfettamente alla moglie a causa dei segni lasciati dai dolori sul suo volto l'artista è riuscito a catturare l'essenza della sua giovinezza e bellezza passata. L'autore sottolinea come le arti belle in particolare la pittura abbiano la capacità di trascendere la realtà e di attingere a una dimensione quasi divina offrendo consolazione e speranza. Il ritratto diventa per Settembrini un mezzo per rivivere i momenti felici del passato e per trovare conforto nel presente difficile. L'autore esprime il suo rispetto e amore per l'artista riconoscendo il coraggio di Pietrocola nell'avvicinarsi alla sofferenza e nel portare gioia attraverso la sua arte. La lettera si conclude con un ringraziamento sentito datato 24 marzo 1851 dall'ergastolo di Santo Stefano sottolineando il contesto di prigionia in cui Settembrini si trovava.
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