<p class=ql-align-justify>Il revisionismo è una questione di metodo non di ideologia.</p><p class=ql-align-justify></p><p class=ql-align-justify>Sostiene per tutte le ricerche un ritorno al punto di partenza l'esame seguito da un riesame la rilettura e la riscrittura la valutazione seguita da una rivalutazione il riorientamento la revisione la riformulazione; è nello spirito l'opposto dell'ideologia. Non nega ma mira ad affermare in modo più accurato. I revisionisti non sono negazionisti o negazionisti; si sforzano di cercare e trovare dove a quanto pare non c'era più nulla da cercare o trovare.</p><p class=ql-align-justify></p><p class=ql-align-justify>Il revisionismo può essere applicato a un centinaio di attività quotidiane e a un centinaio di aree di ricerca storica scientifica o letteraria. Non mette necessariamente in discussione le idee consolidate ma spesso porta a qualificarle. Cerca di distinguere il vero dal falso. La storia è per sua stessa natura revisionista; l'ideologia è il suo nemico. Poiché l'ideologia non è mai più forte che in tempi di guerra o di conflitto e poiché allora produce falsità in abbondanza per le esigenze della sua propaganda lo storico sarà in tali circostanze portato a raddoppiare la sua vigilanza: Senza dubbio si renderà conto che laddove una guerra ha causato decine di milioni di vittime la prima vittima sarà stata la verità verificabile: una verità che deve essere ricercata e ristabilita.</p><p class=ql-align-justify></p><p class=ql-align-justify>La storia ufficiale della Seconda Guerra Mondiale contiene un po' di verità combinata con molte falsità.</p><p class=ql-align-justify></p><p class=ql-align-justify>A rischio di essere frainteso da alcuni dedico questo libro a coloro che tra i sanguinosi vincitori della Seconda Guerra Mondiale come Churchill Eisenhower o de Gaulle si sono rifiutati sia durante la battaglia che in seguito di avallare anche solo con una parola l'atroce grottesca e insolente impostura del presunto genocidio degli ebrei e delle presunte camere a gas naziste.</p><p class=ql-align-justify></p><p class=ql-align-justify>Infine spero che questo libro sia il segno di una memoria non selettiva o tribale ma universale senza alcuna esclusività: <em>in memoriam omnium</em>. Che possa anche essere letto come un omaggio alle sofferenze <em>reali di tutte le </em>vittime della guerra del 1939-1945 che queste vittime appartenessero ai vincitori che noi lodiamo o ai vinti che non abbiamo mai smesso per quasi mezzo secolo di umiliare e offendere!</p>
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