Scritti revisionisti III - 1990-1992

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<p class=ql-align-justify>Il cosiddetto caso Faurisson iniziò il 16 novembre 1978 con la pubblicazione di un articolo su <em>Le Matin de Paris</em>. Sapevo da diversi anni che il giorno in cui la stampa avrebbe reso pubbliche le mie opinioni revisioniste avrei dovuto affrontare una tempesta. Per sua stessa natura il revisionismo non può che turbare l'ordine pubblico; dove regnano le certezze lo spirito di libero esame è un intruso e provoca scandalo. Il primo compito dei tribunali è meno quello di difendere la giustizia che quello di preservare l'ordine pubblico. La verità nel senso in cui intendo la parola (cioè ciò che è verificabile) interessa i giudici solo se non provoca un profondo turbamento dell'ordine pubblico. Non mi illudevo che sarei stato portato in tribunale e condannato e questo oltre alle aggressioni fisiche alle campagne stampa e allo sconvolgimento della mia vita personale familiare e professionale.</p><p class=ql-align-justify></p><p class=ql-align-justify>La mia precedente conferenza si tenne nel settembre 1983 e si intitolava Il <em>revisionismo sotto processo: sviluppi in Francia 1979-1983</em>. La conferenza di oggi è un seguito; l'ho intitolata La mia esperienza di revisionismo (settembre 1983-settembre 1987). Il periodo 1979-1983 in Francia è stato caratterizzato dall'attività giudiziaria contro il revisionismo. Il periodo 1983-1987 è stato caratterizzato da un rallentamento di questa attività che temo riprenderà dal 1987-1988. In Francia le organizzazioni ebraiche che avevano avviato i procedimenti legali sono state molto deluse e persino sconcertate dalla relativa leggerezza della mia condanna nell'aprile 1983. Si aspettavano di meglio dalla giustizia francese. Volevano la mia pelle e tutto ciò che ottennero fu un po' della mia carne. Volevano che i giudici dichiarassero: Faurisson è un falsificatore della storia; il suo lavoro sulle camere a gas è pieno di incuria negligenza ignoranza deliberata e bugie; Faurisson è malizioso e pericoloso. Tuttavia il 26 aprile 1983 i giudici della Prima Sezione della Corte d'Appello di Parigi conclusero per così dire: Faurisson è un ricercatore serio; non troviamo nella sua opera sulle camere a gas alcuna leggerezza alcuna negligenza alcuna ignoranza deliberata alcuna menzogna; ma Faurisson è forse malizioso e certamente pericoloso; lo condanniamo per questa probabile malizia e per questo pericolo ma non condanniamo la sua opera sulle camere a gas che è seria. Al contrario data la serietà di questo lavoro garantiamo a ogni francese il diritto di dire se questa è la sua opinione che le camere a gas non sono esistite.</p>
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