Scale sghembe e muri scrostati che rivelano più che l'innegabile fascino dei templi in disarmo della resa alla ruggine un aspetto più intimo dell'anima del fotografo. Si svela così la necessità di inseguire con gli occhi i brandelli di un racconto interrotto per mille ragioni nei palazzi marciti nelle fabbriche silenziosedel frastuono di macchinari e turbine ma parlanti un nuovo alfabeto naturale di piante infestanti di tane salnitro e giacigli precari. Non ci sono candele non più i neon o i lampadari sontuosi attorniati da stucchi a illuminare la scena di questo nuovo teatro. La luce viene da fuori. Si ammorbidisce nella polvere si segmenta attraverso le liste di vecchie tapparelle si dilata sui muri proiettando ombre di foglie si disintegra nello sporco incrostato di tendine dimenticate e così commoventi nella loro povertà estrema e dolcissima si dipana nel filo teso o sbrindellato delle ragnatele si taglia sui vetri infranti si nasconde dal buio che tenta di inghiottirla nel nero denso dei muri umidi. Entra dalle finestre.42 fotografie (b/n e colore)
Piracy-free
Assured Quality
Secure Transactions
*COD & Shipping Charges may apply on certain items.